Una bellissima avventura umana, civile, professionale quella di CAMMINO che mi ha impegnato per decenni. Comincia tutto un sabato mattina del 1998: con Cynthia de Conciliis stiamo facendo il nostro turno consulenza per le questioni minorili al Consiglio dell’Ordine di Roma. Non c’è nessuno quella mattina e chiacchieriamo di situazioni che ci interrogano: ma se un padre non vede un figlio minorenne, non gli arreca un danno “esistenziale”? E se una madre gli impedisce il rapporto con il padre, non succede lo stesso? Siamo molto prima del percorso che porterà ad affermare questi principi e noi ne “balbettiamo” insieme. Poi quasi all’unisono ci diciamo: ci vorrebbe un’associazione! Dove scambiarci idee, cercare insieme soluzioni, crescere insieme.
Allora di associazioni di familiaristi c’era solo AIAF, assorbita prevalentemente dalle questioni giuridiche sostanzialmente dei rapporti patrimoniali tra coniugi ed ex coniugi. Non c’era allora sensibilità minorile. Cynthia ha l’idea di chiamare la nuova associazione Camera minorile; intanto viene approvata la nuova norma costituzionale sul giusto processo e l’idea prende forma con altre Colleghe: soprattutto quelle più autorevoli tra noi, Valeria Vecchioli Belcaro e Romilda Bottiglieri, che ne saranno le prime presidenti. L’iter formativo ci assorbe per un anno: e a gennaio 1999 ne ho scritto atto costitutivo e statuto. Non solo minori però: ma tutela di quelli che allora chiamiamo “soggetti deboli”: donne, migranti, terza età. La vocazione associativa è già segnata.
Preparo gli atti ma non li sottoscrivo: in intervento chirurgico e le sue conseguenze in famiglia mi rendono impossibile partecipare alla riunione fondativa. Rimango anche fuori da tutte le cariche e mi viene assegnato il numero di socio 37. Ci rimango un po’ male…
Le prime uscite della neofondata associazione sono proprio sul giusto processo: il giusto processo civile minorile il 25 marzo 2000; l’aula che abbiamo preso per l’occasione è strapiena: relatori il compianto Carlo Martuccelli ed io. L’assenza di una normativa che garantisca i diritti di difesa nei procedimenti dinnanzi al Tribunale per i minorenni richiama i colleghi: non si è MAI parlato di giusto processo minorile.
E’ un tema, quello delle garanzie processuali, che ci appassiona: a novembre 2001 I diritti di difesa nei procedimenti minorili: e anticipiamo la Cassazione di 10 anni, affermando che è necessaria la nomina di un curatore speciale nei procedimenti di adottabilità perché il conflitto di interessi è immanente (Atti pubblicati in Legalità e giustizia, 2003). Il tema ci accompagnerà sempre in questi decenni: reagiamo alla proposta Castelli di abolizione dei Tribunali per i minorenni tout court ma affermiamo contestualmente che il giusto processo civile minorile è necessario e già nel 2000 che serve una riforma del processo che unifichi i procedimenti di famiglia. Lo affermerò più volte, in articoli e convegni: anticipiamo di vari lustri la riforma Cartabia e contribuiamo a costruirne le basi culturali.
Così come CAMMINO si batterà per l’affermazione della necessità della nomina del curatore speciale nei procedimenti in cui si verificano conflitti di interessi: de potestate e molti altri. Anche qui anticipiamo di anni la giurisprudenza e il percorso di molte successive più autorevoli riflessioni: il curatore può essere anche avvocato, ma le due funzioni non coincidono; la sua nomina è necessaria e il difetto comporta nullità; è necessaria una preparazione ad hoc; deve essere nominato dal Consiglio dell’Ordine.
Intanto, nel difetto di sindacato di nomofilachia della cassazione, cominciamo a cercare altrove indicazioni; e così cominciamo a studiare sistematicamente la giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo: si schiudono nuovi orizzonti sui diritti fondamentali dei soggetti vulnerabili nelle relazioni familiari. Offriamo a Roma un convegno davvero gremitissimo nell’aula avvocati del Consiglio dell’Ordine, in Cassazione.
Facciamo parte per qualche anno (2003-2007) dell’Unione Camere Minorili. Ma la nostra natura e vocazione è altra e ce ne distacchiamo, anche perché la nostra associazione è nazionale e la sua natura quindi incompatibile. Ci cominciamo ad articolare in sedi territoriali che crescono molto rapidamente: oggi sono 67.
Affrontiamo il tema dell’altra violenza, quella psicologica ed economica, anche in questo caso con un anticipo significativo sulla Convenzione di Istanbul: è infatti l’anno 2004! Promuoviamo una ricerca sul disvelamento lento e difficile della violenza intrafamiliare (2012-2013).
Sul versante penale, non solo su questo tema siamo impegnati: il convegno “Disagio minorile, trasgressione, devianza: ipotesi interpretative e solutive a confronto” (2003) schiude le porte a nuove riflessioni sulle nuove forme in cui l’oppositività adolescenziale spesso di manifesta. E da qui un altro filone di ricerca precocemente intrapreso: bullismo e cyberbullismo; la necessità di rivisitazione dei cd. procedimenti amministrativi che possono accompagnare, senza punire, giovani che cadono in situazioni di devianza ancorché non conclamata.
L’associazione, da subito, si è soprannominata “in cammino”: diviene un tema fondamentale, il movimento dei diritti fondamentali, la necessità di loro tutela in tante situazioni anche molto nuove. E’ così che nel 2012 svolgiamo a porte chiuse una riflessione su “nuove genitorialità”: omogenitorialità, genitorialità sociale, genitorialità intenzionale, procreazione medicalmente assistita.
E nel contempo ci affacciamo alla tutela di altri soggetti vulnerabili: terza e quarta età, non solo per l’esperienza di molti di noi come amministratori di sostegno, ma anche perché avvertiamo l’esigenza di crescente tutela di queste persone in situazioni in cui non è compromessa la loro capacità di intendere e volere, ma le barriere sociali, familiari, multimediali, ne compromettono invece qualità di vita e godimento dei diritti fondamentali. Ci apriamo ai temi del fine vita e li approfondiamo.
Tra di noi, in tante diverse sedi, crescono belle relazioni amicali: i nostri congressi, che iniziano nel 2011 con la tematica europea delle Linee Guida per una giustizia a tutela dei minori dell’anno precedente, sono momento per cementarle. Continuiamo a crescere e a “sfornare” idee: il tema della “genitorialità fragile” ci impegna in un convegno nel 2008; il successivo 2009 è l’anno dell’Adultescenza, neologismo che invento insieme a Maria Beatrice Toro. Ne faremo un volume che uscirà nel 2012.
Nel 2014 esce il libro Il curatore del minore, da me curato e costruito insieme a colleghi di Cammino che espletano la funzione da lustri, come me: Celeste Attenni, Marco Grazioli, Giuseppina Menicucci e Davide Piazzoni. E’ un successo: veniamo chiamati a fare corsi un po’ ovunque in Italia e non abbiamo mai smesso. Il libro, pur non avendo pretese scientifiche, influenza la giurisprudenza e le prassi.
Quando finalmente esce la legge sulla procedura della negoziazione assistita, il libro nato in Cammino è uno dei primi a tentare di dare soluzioni a una procedura che esalta la funzione giurisdizionale dell’avvocato: “Negoziazione assistita in separazione e divorzio” (2016) e dei più completi, anche come suggerimenti e tematiche che poi avranno successo.
Segue “A proposito di omogenitorialità” sui primi provvedimenti innovativi in tema di filiazione di coppie omoaffettive (2016).
Ci apriamo all’Europa e stipuliamo convenzioni con altre associazioni sorelle spagnola e francese.
La nostra raccolta di principi tratti dalle sentenze della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo in materia di persone, minorenni, famiglie intanto è cresciuta a dismisura, grazie al paziente lavoro di Giulia Barbara Provinciali. Partecipiamo al Bando con un progetto per la costruzione di un portale: sarà il portale CEDUinCAMMINO, che alimenteremo costantemente crescendo nella conoscenza e nell’utilizzo di questi strumenti: 2019.
Nel 2017 abbiamo intanto inaugurato la nostra Scuola di Alta Formazione Specialistica Avvocati, con i corsi per la (purtroppo ancora futura) specializzazione, giunti alla IV edizione: abbiamo formato migliaia di colleghi di tutte le parti di Italia, con corsi, convegni, seminari, congressi.
Continuiamo a batterci per la riforma del processo e del giudice della famiglia: battaglia che porta i suoi frutti nella Riforma Cartabia.
Questa splendida avventura umana, professionale, di ricerca non doveva e non poteva chiudersi con un’esperienza personale: ho impiegato questi ultimi anni a “preparare” la mia successione, a far crescere persone in grado di raccogliere il testimone e di portarlo avanti. E’ successo: ora non sono più presidente di Cammino, ma quello che tale esperienza mi ha donato lo auguro davvero di cuore a tutte le persone che vorranno, con impegno, umiltà, dedizione, portare avanti la necessaria battaglia di civiltà della tutela dei soggetti vulnerabili nelle relazioni familiari e sociai.
Questa storia è stata redata dell’Avvocato Maria Giovanna Ruo